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LE DISSE GESU’: NEANCH’IO TI CONDANNO

Mattia Preti, Cristo e l’adultera, Palermo (1650)

Per portare Gesù in mezzo al mondo come ci chiede la vocazione battesimale, ci aiuta essere identificati con lui e avere in noi i suoi stessi sentimenti, avere il suo stesso approccio con le persone. L’episodio dell’incontro con la donna adultera raccontato nel vangelo di Giovanni, e letto nella messa della quinta domenica anno C, ci aiuta a meditare in questa linea.

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GIUSEPPE E MARIA. La nostra storia d’amore

Il 19 marzo del 2018 avevo preso appuntamento con Mariangela Tassielli responsabile di Paoline Editoriale Libri. Si pensava a futuri libri, a idee che avevo nel cassetto. Proprio qualche giorno prima, il 16 marzo, il sito dell’Opus Dei aveva pubblicato in vista della festa di san Giuseppe un mio scritto dal titolo:
San Giuseppe: fidanzato, sposo e padre
Già tempo prima mi avevano detto: dopo il libro su Maria bisognerebbe scriverne uno su Giuseppe! Quel giorno, forse incoraggiati dall’articolo appena uscito e che era piaciuto a molti, si prese insieme la decisione di scrivere un libro su Giuseppe. Solo alla fine della riunione mi resi conto che quel giorno era la sua festa. Poi nel mese di maggio durante alcuni giorni di ritiro spirituale nelle vicinanze di Madrid, in una casa con varie immagini di san Giuseppe,
 mi nacque l’idea di provare ad allargare il tema pensando alla coppia Giuseppe e Maria. Forse la vicinanza di Madrid, mi ricordava san Josemarìa Escrivà e la sua frequente esortazione a non separare mai Maria da Giuseppe e Giuseppe da Maria. Ho dovuto chiedere aiuto a Maria e a Giuseppe, perché il lavoro sacerdotale è molto intenso. Mi ha aiutato ritirarmi in alcuni fine settimana, tra settembre e dicembre al Castello di Urio per immergermi in questa storia. Molte persone, a cui sono molto grato, mi hanno incoraggiato e dato idee e spunti. A distanza di un anno grazie a  Dio, il libro è in stampa e sarà nelle librerie nei giorni tra l’8 e il 10 aprile prossimo (2019). Avrà 18 acquerelli originali di Anna Maria Trevisan, ispirati dal libro, che aiuteranno i lettore a entrare nelle scene.
Questo è il testo che apparirà sulla quarta di copertina:

<<Mi piacerebbe che, ascoltando qualche racconto mio e di Giuseppe mio sposo, poteste conoscere qualcosa di più sulla nostra storia d’amore. Amore con Dio e tra noi. Giuseppe parla poco, per carattere, ma alle mie richieste risponde sempre. Ci alterniamo nel racconto della nostra vita insieme. Comincio io…>>
Così Maria si accinge a rievocare la sua storia d’amore con il carpentiere di Nazaret. Una storia speciale e normale al tempo stesso. Completamente permeata dell’Amore divino e del tutto immersa nella realtà storica. Vissuta nella fiducia e nella tenerezza, e per questo capace di parlare alle donne e agli uomini di ogni tempo.
Questo invece è quello che si leggerà nel risvolto di copertina:
<<Oggi c’è un grande bisogno di attingere a storie d’amore tra sposi per illuminare il cammino quotidiano. Perché non provare a mettere in risalto quella tra Giuseppe e Maria?>>, scrive Andrea Mardegan. <<Ho cercato di entrare in punta di piedi in questo ambito così privato, e mi sono ritrovato a scoprire le difficoltà che i genitori di Gesù devono aver affrontato nella loro vita e la tenerezza con cui hanno cercato di superarle>>.
Così nasce questo libro, nel quale Giuseppe e Maria raccontano in prima persona, cedendosi reciprocamente la parola, le attese, le speranze, le paure, le gioie, le prove e l’amore vissuto negli eventi che hanno scandito il loro vivere insieme, e con Gesù.
Seguendo la traccia dei Vangeli dell’infanzia e mantenendo un saldo radicamento nei dati biblici, l’Autore lascia spazio all’introspezione spirituale e psicologica dei personaggi, che in tal modo sentiamo straordinariamente vicini a noi. Perché la famiglia dei nostri giorni possa specchiarsi nelle difficoltà quotidiane ma anche nella bellezza della famiglia di Nazaret.
Spero che vi possa piacere e aiutare. Ne parleremo. 

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ORAZIONE DI LUCE, meditazione audio

Luce sul lago e sui monti (foto A.Mardegan)

Nel sabato dopo le Ceneri leggiamo nella messa il Vangelo della chiamata di Levi, secondo Luca, e nella prima lettura un suggestivo brano di Isaia. Leggendo la prima parte di questo, comincio la meditazione attingendo abbondantemente a un brano di un’omelia sull’orazione di san Giovanni Crisostomo che ho postato ieri su questo blog.

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PREGHIERA: DESIDERARE DIO, AMORE INEFFABILE, parole di S.Giovanni Crisostomo



Oggi, venerdì dopo le ceneri, nell’Ufficio delle letture del breviario Romano si legge questo brano di san Giovanni Crisostomo sulla preghiera, che mi piace mettere in evidenza e condividere, per la sua attualità per chi desidera vivere la preghiera come battito del cuore, come slancio d’amore nel bel mezzo delle attività di ogni giorno. 


”Dalle «Omelie» di san Giovanni Crisostomo, vescovo
(Om. 6 sulla preghiera; PG 64,462-466

La preghiera, o dialogo con Dio, è un bene sommo. È, infatti, una comunione intima con Dio. Come gli occhi del corpo vedendo la luce ne sono rischiarati, così anche l’anima che è tesa verso Dio viene illuminata dalla luce ineffabile della preghiera. Deve essere, però, una preghiera non fatta per abitudine, ma che proceda dal cuore. Non deve essere circoscritta a determinati tempi od ore, ma fiorire continuamente, notte e giorno.
   Non bisogna infatti innalzare il nostro animo a Dio solamente quando attendiamo con tutto lo spirito alla preghiera. Occorre che, anche quando siamo occupati in altre faccende, sia nella cura verso i poveri, sia nelle altre attività, impreziosite magari dalla generosità verso il prossimo, abbiamo il desiderio e il ricordo di Dio, perché, insaporito dall’amore divino, come da sale, tutto diventi cibo gustosissimo al Signore dell’universo. Possiamo godere continuamente di questo vantaggio, anzi per tutta la vita, se a questo tipo di preghiera dedichiamo il più possibile del nostro tempo.

   La preghiera è luce dell’anima, vera conoscenza di Dio, mediatrice tra Dio e l’uomo. L’anima, elevata per mezzo suo in alto fino al cielo, abbraccia il Signore con amplessi ineffabili. Come il bambino, che piangendo grida alla madre, l’anima cerca ardentemente il latte divino, brama che i propri desideri vengano esauditi e riceve doni superiori ad ogni essere visibile.
   La preghiera funge da augusta messaggera dinanzi a Dio, e nel medesimo tempo rende felice l’anima perché appaga le sue aspirazioni. Parlo, però, della preghiera autentica e non delle sole parole.
   Essa è un desiderare Dio, un amore ineffabile che non proviene dagli uomini, ma è prodotto dalla grazia divina. Di essa l’Apostolo dice: Non sappiamo pregare come si conviene, ma lo Spirito stesso intercede per noi con gemiti inesprimibili (cfr. Rm 8, 26b). Se il Signore dà a qualcuno tale modo di pregare, è una ricchezza da valorizzare, è un cibo celeste che sazia l’anima; chi l’ha gustato si accende di desiderio celeste per il Signore, come di un fuoco ardentissimo che infiamma la sua anima.
   Abbellisci la tua casa di modestia e umiltà mediante la pratica della preghiera. Rendi splendida la tua abitazione con la luce della giustizia; orna le sue pareti con le opere buone come di una patina di oro puro e al posto dei muri e delle pietre preziose colloca la fede e la soprannaturale magnanimità, ponendo sopra ogni cosa, in alto sul fastigio, la preghiera a decoro di tutto il complesso. Così prepari per il Signore una degna dimora, così lo accogli in splendida reggia. Egli ti concederà di trasformare la tua anima in tempio della sua presenza.

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AMATE I VOSTRI NEMICI, Meditazione audio

Nella settima domenica dell’anno C, si legge parte del discorso di Gesù secondo il vangelo di Luca (6, 27-38), successivo all’enunciazione delle quattro beatitudini e dei quattro “guai”, che si leggono nella domenica sesta. E’ un discorso ricco di molte esortazioni forti. Su questo brano del Vangelo mi soffermo nella meditazione. Quando nella meditazione cito il discorso della montagna, è per riferirmi al modo popolare in cui è conosciuto questo discorso nella versione secondo Matteo, che situa il discorso su un monte. Va annotato che Luca invece descrive questo discorso  di Gesù in un luogo pianeggiante. E’ bello notare questa e altre diversità tra i due Vangeli.

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AMATI DA DIO COME CREATURE, meditazione audio

Nei primi giorni di gennaio 2019 ho predicato un corso di ritiro spirituale nel padiglione del Castello di Urio, costruito in riva al lago di Como. Ho scelto come filo conduttore delle meditazioni alcuni episodi della storia evangelica di san Giovanni Evangelista e alcuni scritti che portano il suo nome.  di, considerato da molta parte della tradizione “il discepolo che Gesù amava”, protagonista di alcune pagine del vangelo di Giovanni, prendendolo come paradigma del nostro essere discepoli amati da Gesù. Questa meditazione è la terza, e mi soffermo sulla dimensione dell’essere amati da Dio come sue creature. Parlando della potenza di vita di Gesù che fa risuscitare i morti faccio un battuta, ma non intendo dire che Gesù faccia risorgere con la sua sola presenza: è sempre la sua volontà libera unita al Padre che si armonizza con la sua normalità di vero uomo che vive una vita come la nostra, che dona la vita e la dona in abbondanza.

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