Commento al Vangelo della domenica della Santissima Trinità (A)
Il vangelo di questa domenica è molto breve. Il riferimento alla prima e alla seconda lettura mi aiuta a mettere in evidenza che nella Trinità contempliamo Dio che è amore.
Il vangelo di questa domenica è molto breve. Il riferimento alla prima e alla seconda lettura mi aiuta a mettere in evidenza che nella Trinità contempliamo Dio che è amore.
Bellissima anche questa volta l’immagine scelta dagli esperti grafici di Maria con te per illustrare ciò che dico a commento della litania “Madre della grazia”.
In questo caso è una annunciazione del secolo XIV affrescata nella Chiesa di san Francesco di Brescia.
Nel Vangelo della messa di Pentecoste dell’anno A, la Chiesa ci propone la lettura della “prima Pentecoste”, il soffio dello Spirito Santo che Gesù manda ai suoi discepoli radunati nel Cenacolo, la sera dello stesso giorno in cui Lui è risorto e si presenta da loro.
Nei Vangeli della Pasqua e delle successive domeniche vediamo Cristo risorto che appare ai suoi attraverso segni che si intrecciano con la loro vita quotidiana.
Il suo corpo risorto tocca tempi, luoghi e materia.
Ero contento nello scrivere il commento alla litania lauretana “Madre della Chiesa” nel quale citavo la Pentecoste come uno dei passi del Nuovo Testamento in cui si manifesta il ruolo materno di Maria verso la Chiesa.
Aggiungevo il ricordo che, dal 2018, il lunedì dopo la Pentecoste celebriamo in tutta la Chiesa per decreto di Papa Francesco la memoria obbligatoria di “Maria Madre della Chiesa”.
Quando scrivevo questo commento con cui cominciavo la serie delle riflessioni attorno alle litanie lauretane del Rosario per la rivista Maria con te, doveva essere intorno ai primi giorni di febbraio 2020.
Le iniziavo con un discorso storico sulla parola litania che si può ricondurre alle prime forme di preghiera dei fedeli durante la Messa.
L’Ascensione del Signore in cielo che in alcuni luoghi si celebra nel giovedì della sesta settimana dopo Pasqua, esattamente 40 giorni dopo la Risurrezione, noi la celebriamo nella settima domenica dopo Pasqua per motivi pastorali, perché molti possano esistere alla messa dell’ascensione essendo il giovedì giorno lavorativo.
Nell’anno A si legge il racconto dell’Ascensione secondo il vangelo di Matteo. Ecco un mio commento.
Maria è la madre di colui che il popolo d’Israele aspettava come “Cristo” “Messia”. Lui dopo essere morto e risorto, dopo quaranta giorni in cui è apparso ai suoi ascende al cielo.
E lo Spirito di Dio che «ha risuscitato Gesù dai morti» (Romani 8,11) e ora è «sempre vivo per intercedere» per noi (Ebrei 7,25).
Così la invochiamo nella prima delle litanie materne del Rosario.
Con questo commento concludo su Maria con te le riflessioni brevi sulle varie parti della Salve Regina.
Considero le ultime parole come complimenti a Maria.
In questo modo possiamo considerare complimenti a Maria anche varie delle parole precedenti di questa preghiera antica e molto amata.
Nella sesta domenica di Pasqua continuiamo a leggere nel Vangelo della Messa alcune parole dell’ultima cena con le promesse di Gesù, il suo testamento spirituale, le sue parole di rassicurazione nel momento in cui sta per affrontare la morte in croce, il sepolcro e la risurrezione.