Commento al Vangelo domenica della Pentecoste anno B
Nella domenica della Pentecoste dell’anno B, leggiamo due rivelazioni del Paràclito prese dal vangelo di Giovanni. In entrambe è chiamato da Gesù “Spirito della verità”.
Nella domenica della Pentecoste dell’anno B, leggiamo due rivelazioni del Paràclito prese dal vangelo di Giovanni. In entrambe è chiamato da Gesù “Spirito della verità”.
Nella solennità dell’Ascensione nella prima lettura si legge sempre – negli anni A, B e C – il racconto dell’Ascensione che Luca riporta nel libro degli Atti. Il Vangelo poi è rispettivamente quello di Matteo, Marco e Luca. Quest’anno leggiamo Marco. Nel mio commento mi soffermo prima sul racconto degli Atti e poi su quello di Marco.
Nella VI domenica di Pasqua, leggiamo una parte dell’incontro di Pietro con il centurione Cornelio della coorte italica, dunque proveniente dalla nostra penisola. L’episodio è messo in collegamento con la prima lettera di Giovanni dove riceviamo la sublime rivelazione che “Dio è amore” e con la seconda formulazione del comandamento nuovo dell’amore. Le tre letture domenicali sono molto collegate tra di loro.
Nella quinta domenica di Pasqua dell’anno B leggiamo un passo del discorso della vite e dei tralci, dal capitolo 15esimo di Giovanni, dove è molto frequente la presenza del verbo menein, cioè rimanere, dimorare.
Se mettiamo questo verbo in relazione alla domanda dei primi due discepoli al capitolo primo (“Rabbì, dove dimori?”) e lo traduciamo allo stesso modo con “dimorare”, otteniamo una luce particolare su ciò che Gesù ci rivela: ci sta dicendo dove davvero abita e dove lo possiamo trovare per stare tutto il giorno con lui.
La quarta domenica di pasqua è denominata “La domenica del buon pastore”, perché nei tre anni A, B e C, si leggono passi diversi del capitolo 10 di san Giovanni incentrato sui discorsi di Gesù su di sé come buon pastore del gregge.
Nella terza domenica di pasqua quest’anno leggiamo l’apparizione del Risorto nel cenacolo la sera del primo giorno della settimana, raccontata da Luca, quando già i due discepoli di Emmaus erano tornati da loro a raccontare di averlo visto e parlato con lui.
Nella domenica della misericordia rileggiamo l’apparizione di Gesù nel Cenacolo, la sera del giorno della sua risurrezione con l’assenza di Tommaso, e il suo seguito, otto giorni dopo, con Tommaso presente e destinatario della misericordia di Gesù.
Nella Veglia Pasquale dell’anno B si legge il Vangelo della Risurrezione secondo Marco, con alcune donne come protagoniste del ritrovamento del sepolcro vuoto.
Il vangelo della messa vespertina del giovedì santo “In cena Domini”, nella cena del Signore, nel rito Romano è preso dal Vangelo di Giovanni, all’inizio del capitolo 13, quando incomincia la narrazione dei discorsi di quella cena, con l’episodio della lavanda dei piedi.
Nella domenica delle Palme, nelle messe di rito romano, si legge la passione di Gesù nel racconto di uno dei vangeli sinottici.
Nell’anno B tocca al Vangelo di Marco. In questo commento cito alcune frasi del salmo 22 (21) che comincia con lo straziante grido di abbandono. Ma nello scorrere tutto il Salmo scopriamo la rivelazione della preghiera di Gesù sulla croce, che si conclude con la lode a Dio che lo ha ascoltato e soccorso.