Senza categoria

SPERANZA NOSTRA, in “Maria con te” del 1 dicembre 2019

Madonna del Magnificat, Schilpario (BG)
Ecco la rubrica che curo, del numero del 1 dicembre di “Maria con te”
LA DOMANDA
Dopo la morte dei miei genitori, non essendo state chiarite prima
le vicende ereditarie, ci siamo ritrovati a litigare tra fratelli. Sono andata da un prete che ci conosce e gli ho chiesto di intervenire. Ma il sacerdote si è tirato indietro: non starà sbagliando anche lui? 
Chiara, Cuneo
La cosa più probabile è che il prete abbia agito bene, ricordando- si del passo del Vangelo di Luca in cui uno dice a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». Oltre a pregare molto per i preti, conviene non chiedere loro mai di strumentalizzare le conoscenze che hanno a motivo del ministero per favori- re interessi privati, magari anche legittimi. I preti devono poter rimanere con la braccia aperte come Cristo in croce per accogliere tutti e avvicinarli a Lui. 
SPERANZA NOSTRA
Ti invochiamo continuamente come speranza nostra. Perché sei nostra speranza, Maria? Noi riponiamo la nostra speranza in Dio, Gesù è la nostra luce, il nostro sole. Ma tu ce lo hai portato sulla terra, gli hai donato il nostro corpo e un cuore come il tuo, con il tuo sì, e lui ti ha affidato a noi come madre perché tu potessi sostenerci nella speranza di ritrovarlo. San Bernardo nel canto finale del Paradiso di Dante dice a Maria: tu sei, tra i mortali, «di speranza fontana viva- ce». Fonte viva di speranza: la fai nascere in noi continuamente. Ne abbiamo un bisogno continuo. Spiega papa Francesco: «Speranza è la virtù di chi, sperimentando il conflitto, la lotta quotidiana tra la vita e la morte, tra il bene e il male, crede nella Risurrezione di Cristo, nella vittoria dell’Amore. Abbiamo sentito il Magnificat: è il cantico della speranza, è il cantico del Popolo di Dio in cammino nella storia. Il cantico di tanti santi e sante, alcuni noti, altri, moltissimi, ignoti, ma ben conosciuti a Dio, mamme, papà, catechisti, missionari, preti, suore, giovani, anche bambini, nonni, nonne: questi hanno affrontato la lotta della vita portando nel cuore la speranza dei piccoli e degli umili».  «Maria dice: “L’anima mia magnifica il Signore”», prosegue Francesco: «anche oggi canta questo la Chiesa in ogni parte del mondo. Questo cantico è particolarmente intenso là dove il Corpo di Cristo patisce oggi la Passione. Dove c’è la Croce, per noi cristiani c’è la speranza, sempre. Per questo a me piace dire: non lasciatevi rubare la speranza, perché questa forza è una grazia, un dono di Dio che ci porta avanti guardando il Cielo. E Maria è sempre lì, vicina a queste comunità, a questi nostri fratelli, cammina con loro, soffre con loro, e canta con loro il Magnificat della speranza» (Omelia, Castelgandolfo 15 agosto 2013). 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *