Commento al Vangelo prima domenica quaresima (anno B)
Nella prima domenica di quaresima si leggono le tentazioni di Gesù nel deserto. Nell’anno B leggiamo il brevissimo resoconto di Marco sul periodo nel deserto di Gesù, e poi l’inizio della sua predicazione.
Mc 1, 12-15
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
La prima domenica di quaresima ci porta le parole dell’alleanza di Dio con Noè e tutte le creature dopo il diluvio e la certezza che non vi sarà altro diluvio che devasti tutta la terra.
Ci porta l’arcobaleno come segno divino di questa alleanza, tra le nubi.
Poi le parole piene di speranza e di fiducia della prima lettera di Pietro: “Carissimi, Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito. E nello spirito andò a portare l’annuncio anche alle anime prigioniere, che un tempo avevano rifiutato di credere”.
Clima di fiduciosa speranza che pervade anche il racconto delle tentazioni che Gesù subisce nel deserto, immerso nella pace della vittoria sul tentatore.
Marco non dettaglia le tentazioni come Matteo e Luca, dando con ciò il messaggio che tutte sono state vinte da Gesù con potenza. Scrive per fedeli immersi in una società pagana e avrebbe dunque potuto facilmente usare toni di condanna o di timore per le tentazioni del nemico. Invece tutto è sereno.
Gesù è sospinto nel deserto dallo Spirito che rimane con lui. È tentato da satana, ma vederlo nel deserto con le bestie selvatiche e gli angeli che lo servono, richiama le profezie messianiche e un’armonia nella creazione come prima del peccato di Adamo, e ancora più grande.
Gesù è il nuovo Adamo che armonizza le varie dimensioni della vita dell’uomo: il rapporto con lo Spirito, la lotta vittoriosa col tentatore, il dialogo con le creature terrene e con gli angeli.
Subito dopo Marco passa a raccontare l’inizio della predicazione di Gesù, dopo l’arresto di Giovanni.
Riferisce il kerigma iniziale di Gesù, presentato come “il Vangelo di Dio”, che è composto da quattro brevi frasi: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Le prime due sono di contenuto teologico: il tempo ha raggiunto la sua pienezza con l’Incarnazione del Verbo e il regno di Dio è vicino. È qui, ma non è ancora compiuto.
Ha bisogno di una corrispondenza umana che è specificata nelle altre due frasi che sono più di contenuto antropologico: “Convertitevi e credete al Vangelo”. La liturgia ce le ripete nel rito dell’imposizione delle ceneri.
Convertirsi, che può essere il programma esigente di tutta la quaresima, e che si può intendere come cambiare mente, cambiare orientamento, tornare a Dio, abbandonare gli idoli, cambiare vita.
E poi credere all’annuncio del Vangelo che richiede un’adesione non solo della mente ma di tutto l’essere umano.
Se vogliamo imitare Gesù e ascoltarlo, e mettere in pratica ciò che insegna, siamo chiamati, dal breve vangelo di Marco, a lasciarci portare nel deserto dallo Spirito, a resistere alle tentazioni di satana, a vivere in armonia con le creature tutte dell’universo, anche quelle angeliche.
Convertirci dagli idoli e credere che il tempo è compiuto, che il regno di Dio è vicino e a vivere secondo il Vangelo di Gesù.