Commento al vangelo della dodicesima domenica del tempo ordinario (anno A)
Per commentare il Vangelo questa domenica, con cui ricominciamo a leggere il Vangelo di Matteo, cito vari versetti che lo precedono, come abbiamo fatto nelle domeniche precedenti alla Quaresima .
Mt 10,26-33
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».
Il Vangelo della XII domenica del tempo ordinario, è preso dal discorso missionario di Matteo: Gesù dà istruzioni ai suoi discepoli su molte cose, incluse le grandi difficoltà e persecuzioni.
Nell’undicesima domenica del tempo ordinario, prima della Quaresima, leggevamo l’inizio fino al versetto 10,8, ma oggi si ricomincia dal versetto 26, saltando i versetti dal 9 al 25.
Forse sono stati ritenuti dagli estensori del lezionario non adatti ai fedeli della domenica, e infatti vengono letti lungo l’anno in alcune ferie della XIV settimana e nella festa di san Barnaba e di santo Stefano.
Sono versetti in cui Gesù dice: “Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento”.
E ancora le parole che indicano ai discepoli di dare la pace nelle case in cui alloggeranno, e se non vengono accolti di scuotere la polvere dai loro calzari, e che la terra di Sodoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città nel giorno del giudizio
“Ecco io vi mando che pecore in mezzo ai lupi, siate dunque prudenti come serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini perché vi vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle sinagoghe (…) quando vi consegneranno non preoccupatevi di come o di che cosa dovete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a casa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato(…) Un discepolo non è più grande del maestro (…) Se hanno chiamato Beelzebul il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia”.
Ci aiuta conoscere il contesto dei versetti del Vangelo che si legge oggi e fa bene conoscerli anche a chi va a messa solo la domenica, per non rimanere con una lacuna importante nella conoscenza delle parole di Gesù.
Leggendo le parole precedenti si capisce meglio infatti perché Gesù dice oggi: “Nn abbiate dunque paura di loro, poiché non vi è nulla di nascosto che non sarà svelato”.
E ancora: “Quello che vi dico nelle tenebre voi annunciatelo nella luce”.
Anche le parole scritte dal versetto 9 al versetto 25 del capitolo decimo di Matteo, Gesù vuole che siano proclamate dalle terrazze.
È un suggerimento che propongo: per capire meglio il Vangelo di oggi proviamo a leggere prima le parole che lo precedono.
Proclamiamole anche noi senza paura, cercando di spiegarle.
Ci introducono con molta crudezza nel destino di partecipazione alla persecuzione di Gesù, la sua cattura, il suo processo, la condanna a morte, per chi lo segue da vicino con la sua vita.
Per manifestare che viviamo quello che leggiamo nel Vangelo di oggi: “Non abbiate paura”, perché siamo figli del Padre nostro che ci ama di più dei passeri del cielo, che cura con tanta provvidenza amorevole
Cosi proviamo a non perdere la ricompensa che Gesù promette a coloro che lo riconoscono davanti gli uomini: “Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli”.