Spunti di riflessione sugli insegnamenti di Papa Francesco
Lunedì scorso 27 aprile, nella trasmissione a Radio Mater di commento a insegnamenti di Papa Francesco ho pensato di continuare i discorso della trasmissione del 23 marzo e di analizzare interventi e gesti di Papa Francesco nei successivi 35 giorni di pandemia.
Parto dai grandi eventi di preghiera: il Padre Nostro ecumenico del 25 marzo, la veglia di preghiera in piazza San Pietro del 27 marzo, la via crucis del venerdì santo ( e la telefonata in diretta alla trasmissione “A sua immagine” di quel giorno), la lettera sul Rosario per il mese di maggio.
Passo poi in rassegna le omelie delle grandi solennità in cui ha attualizzato l’insegnamento della celebrazione alla situazione della pandemia: domenica delle palme, giovedì santo nella cena del Signore, veglia Pasquale e domenica della misericordia.
Cito poi in carrellata veloce le intenzioni delle messe quotidiane in Santa Marta, che è il modo in cui il Papa collega quelle messe mattutine alla situazione di pandemia. Non c’è stato tempo invece per vedere i 5 Angelus e le 5 udienze del mercoledì.
La trasmissione infatti è cominciata qualche minuto in ritardo a causa della messa che celebro in streaming ogni giorno alle 18.00 e termina rigorosamente alle 19.30.
Questo è anche il motivo per cui la registrazione finisce in modo un po’ brusco. In realtà si sarebbe conclusa poco dopo con una mia benedizione a tutti gli ascoltatori.
Vi posso dire in sintesi che nei 5 Angelus o Regina coeli del periodo il Papa ha fatto riferimento alla pandemia:
– il 29 marzo, quinta domenica di quaresima verso la fine del discorso prima dell’Angelus ha detto: “La Vergine Maria ci aiuti ad essere compassionevoli come il suo Figlio Gesù, che ha fatto suo il nostro dolore. Ognuno di noi sia vicino a quanti sono nella prova, diventando per essi un riflesso dell’amore e della tenerezza di Dio, che libera dalla morte e fa vincere la vita”.
Nel discorso pronunciato dopo la recita dell’Angelus ha ricordato la richiesta dell’ONU di un cessate il fuoco globale. Poi ha portato il suo pensiero a coloro che sono costretti a vivere insieme: case di riposo, caserme e in particolare carceri.
– nell’Angelus della domenica delle Palme, 5 aprile, ha rivolto un pensiero agli sportivi, alle attività sospese, ma ha affermato che anche in questo periodo possiamo vivere le qualità sportive migliori: resistenza, spirito di squadra, fratellanza.
– nel Regina Coeli del Lunedì dell’Angelo, ha ricordato le donne: “Abbiamo sentito che le donne hanno dato ai discepoli l’annuncio della Risurrezione di Gesù. Oggi vorrei ricordare con voi quanto fanno molte donne, anche in questo tempo di emergenza sanitaria, per prendersi cura degli altri: donne medico, infermiere, agenti delle forze dell’ordine e delle carceri, impiegate dei negozi di beni di prima necessità…, e tante mamme e sorelle e nonne che si trovano chiuse in casa con tutta la famiglia, con bambini, anziani, disabili. A volte esse sono a rischio di subire violenza, per una convivenza di cui portano un peso troppo grande. Preghiamo per loro, perché il Signore doni loro forza e che le nostre comunità possano sostenerle insieme alle loro famiglie. Che il Signore ci dia il coraggio delle donne, di andare sempre avanti”. Poi ha citato uno ad uno i paesi più colpiti dal coronavirus.
Anche negli altri due Regina Coeli, e nelle udienze ci sono stati riferimenti altri riferimenti alla pandemia ma li lascio scoprire al lettore.