Benvenuto Tisi detto Garofalo, Ferrara (+1559) |
Sul numero del 24 novembre pubblico una risposta sulla preghiera e una riflessione sul nome “dolcezza” che diamo a Maria nella Salve Regina.
LA DOMANDA
Caro don Andrea, nella preghiera vorrei concentrarmi su Dio, su un brano del Vangelo, sul Crocifisso, sul Tabernacolo. Ma poi nella mente arrivano preoccupazioni su tante persone che conosco, pensieri su torti che ho subito, desideri su ciò che vorrei accadesse. Cosa mi consiglia?
Mario, Ferrara
Fai della tua vita l’argomento della preghiera. I desideri diventano richiesta a Dio, sempre aggiungendo: se tu lo vuoi. I torti subiti, occasione per chiedere la grazia di perdonare o per dire con Gesù: «Padre perdonali, perché non sanno quello che fanno». Le preoccupazioni per le persone puoi trasformare in preghiera per loro. Le cose belle che tornano alla mente, diventano ringraziamento a Dio, per provare a ringraziare Dio anche di ciò che non ci è piaciuto.
DOLCEZZA NOSTRA
Dolcezza, Madre di dolcezza, Dolcezza nostra. Così chiamiamo Maria nella Salve Regina. Maria è madre di Gesù che ci dice: imparate da me che sono mite e umile di cuore. La parola greca sulle labbra di Gesù nel vangelo di Matteo, che traduciamo con “mite”, nelle lettere degli apostoli viene tradotta con “dolce”. Quindi se Cristo dice: imparate da me che sono dolce, allora Maria è madre della dolcezza che è Cristo, e ci ha donato con Cristo la dolcezza di Dio che ci era stata rivelata: “Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio” (Sal 90,17). Maria, a noi vicina e da noi invocata, genera in noi Cristo e la sua dolcezza, e dunque ci aiuta a diffondere intorno noi la dolcezza di Cristo secondo l’esortazione di Paolo agli Efesini: «Vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore» (Ef 4, 1-2). Dolcezza che ci è particolarmente necessaria quando pensiamo di dover correggere un parente, il coniuge, i figli, gli alunni, i colleghi di lavoro, i fratelli in Cristo. Paolo ai Galati dice: «Fratelli, se uno viene sorpreso in qualche colpa, voi, che avete lo Spirito, correggetelo con spirito di dolcezza» (Gal 6,1). Nell’ultimo secolo i Pontefici hanno parlato spesso della dolcezza di Maria. Due esempi: Pio XII l’8 dicembre 1953 disse: «Come deve essere bella la Vergine! Lo sguardo di Maria! Il sorriso di Maria! La dolcezza di Maria!». Papa Francesco in una omelia a santa Marta il 12 settembre 2013: «Oggi festeggiamo l’onomastico della Madonna. Il santo nome di Maria. Una volta questa festa si chiamava il “dolce” nome di Maria e oggi nella preghiera abbiamo chiesto la grazia di sperimentare la forza e la dolcezza di Maria. Poi è cambiato, ma nella preghiera è rimasta questa dolcezza del suo nome. Abbiamo bisogno oggi della dolcezza della Madonna per capire queste cose che Gesù ci chiede. È un elenco non facile da vivere: amate i nemici, fate del bene, prestate senza sperare nulla, a chi ti percuote sulla guancia offri anche l’altra, a chi ti strappa il mantello non rifiutare anche la tunica. Sono cose forti. Ma tutto questo, a suo modo, è stato vissuto dalla Madonna: la grazia della mansuetudine, la grazia della mitezza».
SE PERMETTI ALLA RISPOSTA CHE HAI DATO A MARIO DI fERRARA MI PERMETTO INVITARE A CONSIGLIARWE DI RINGRAZIARE PER FATTI ACCADUTI TANTI ANNI ADDIETRO E CHE SOLO ANDANDO A RITROSO CON LA MENTE CI SI RENDE ADESSO CHE SONO stATi provvidenziali in modo determuinante della tua vita futura. A me nonuagenario QUESTA SITUAZIONE SI E' PRESENTATA recentemente. Così ho potuto ringraziare il buon Dio SOLO ORA. Grazie per aver DATO questO SUGGERIMENTO di ESPRESSIONE DI GRATITUDINE AL BUON DIo, CHE ALTRIMENTI AVREI TRALASCIATO. Cari salutI, Bruno, da Milano-
ERRATA CORRIHE. "cI SI RENDE CONTO SOLO ORA"