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IL SALUTO ALLA SOVRANA DEI CUORI, su Maria Con Te

Dal mese di maggio del 2018 é nelle edicole MARIA CON TE, Il primo settimanale mariano, delle Edizioni San Paolo. Per questa sorprendente rivista, che divulga con taglio giornalistico contenuti importanti della vita di Maria, del culto mariano e della sua storia, e della vita della Chiesa vivificata dalla presenza di Maria, mi è stato chiesto dalla direzione, di curare la rubrica LA VOCE DEL ROSARIO. Lo faccio  a partire dal numero 44, del 3 novembre 2019, che è disponibile nelle edicole dal 31 ottobre. La rubrica comprende una riflessione su una parte della preghiera del Rosario e una risposta a una domanda di un lettore. Fino al numero 43 è stata curata con bravura, precisione e bellezza di contenuti da Padre Palmiro Delalio che ha commentato i misteri del Rosario, le singole petizioni del Padre nostro e le frasi dell’Ave Maria. Con questo  numero inizio il commento delle frasi della Salve Regina. Con lo scopo di presentarmi ai lettori, pubblicano anche una intervista che mi ha fatto Claudio Marcellino sul libro “Giuseppe e Maria. La nostra storia d’amore” e su altri aspetti della dimensione mariana dei miei scritti.  D’accordo con la redazione riporto su questo blog il testo della rubrica di questa settimana. Costo della rivista: 1 euro. 

LA DOMANDA

Caro don Andrea, quando studiavo mi piaceva dire il Rosario. Interrompevo lo studio e andavo a passeggiare in un bosco vicino a casa. Mi dava molta forza, molta pace, e mi aiutava a vivere con amore lo studio e le altre cose della vita. Adesso sono sposata, lavoro, ho tre bambini, sono inseguita dalle cose d fare, non ho più tempo di pregare preghiere passeggiando nel bosco. E mi manca molto. Che fare?

Letizia, Domodossola (VB)
                       
Ricordo che mia madre, che aveva cinque figli e molti impegni, a volte quando arrivava a fine giornata e doveva preparare la cena chiedeva ad alcuni di noi di aiutarla a sbucciare i piselli per la minestra o altre verdure, e nel frattempo di aiutarla a dire il Rosario perché ancora non era riuscita. Preparavamo la cena e recitavamo il Rosario. Un lavoro manuale semplice e ripetitivo che non richiede particolare attenzione mentale può essere fatto pregando. E l’aiuto dei figli e del marito rende l’emergenza una opportunità di affetto familiare. Il bosco incantato della giovinezza entra in casa e la fa diventare “casa d’orazione”.

Enguerrand Quarton, L’incoronazione della Vergine (1454)
SALVE REGINA/1
IL SALUTO ALLA SOVRANA DEI CUORI

Quando terminiamo la preghiera del Rosario, tutti all’unisono intoniamo l’antifona mariana della Salve Regina. Ci è molto cara. La cantiamo nelle feste e nelle solennità mariane, oltre a recitarla spesso al termine della compieta. 
E’ di composizione antica. Saranno circa mille anni che il popolo cristiano saluta, loda e prega così Maria. Non è sicuro chi l’abbia composta: Ermanno di Reichenau? Papa Gregorio VII? Sant’Anselmo di Baggio? San Bernardo? Forse il fatto che non si

sappia con sicurezza certa chi è l’autore ci fa capire che è una antifona ecclesiale, il singolo autore scolorisce e risalta invece la Chiesa che prega e che canta. Adesso dopo tanti secoli la Salve Regina è veramente di tutti noi.

L’angelo salutò te, Maria, dicendoti “Rallegrati! “, Elisabetta ti salutò chiamandoti: “Benedetta!”.E noi ti salutiamo così: Salve! E speriamo, nel salutarti,  di ascoltare il tuo saluto di risposta e di ricevere, con la gioia dell’incontro, la grazia di Gesù, che tu porti con te, e l’illuminazione dello Spirito Santo.  
Ti invochiamo come Regina da mille anni. Ma questo titolo lo hai ricevuto fin dall’inizio. L’angelo Gabriele nell’annuncio ti rivelò che a tuo Figlio sarebbe stato dato il trono di Davide suo antenato. Dunque sarebbe divenuto re. E regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine. 
I Magi venuti dall’Oriente cercano il re dei giudei che è nato e quando lo trovano con sua madre “prostratisi lo adorarono” e gli offrono doni adatti a un re. Quindi tu, madre del Re, sei Regina, per gli angeli e per i saggi dell’Oriente, fin dall’inizio. 
Anche per i centurioni romani e per Pilato, sei la madre di colui che muore sulla croce e che è “Gesù Nazareno Re dei Giudei”, come sta scritto là in alto. Sei la madre del re che muore per noi. 
Ti salutiamo, Regina del nostro cuore, della nostra vita, Regina della nostra preghiera. Ti preghiamo di presiedere sempre dal tuo trono la nostra preghiera del Rosario. Di comandare ai tuoi angeli di soccorrerci, a tuo Figlio di esaudirci, a Dio Padre di proteggerci come suoi figli, allo Spirito Santo di riempire i nostri cuori del suo Amore.

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