Duccio di Boninsegna- Resurrezione di Lazzaro – Siena |
Nel cammino verso la Pasqua, alla quinta domenica di Quaresima (anno A), abbiamo letto il vangelo di Lazzaro. L’ho fatto oggetto della meditazione, mettendo in evidenza alcuni aspetti che mi hanno colpito in modo nuovo: l’amicizia di Gesù per Lazzaro, la prudenza di Gesù sganciata dal parere del buon senso comune ad amici, discepoli, sorelle, giudei. Oggi lunedì santo abbiamo letto nella messa l’episodio dell’unzione di Betania, successivo alla sua risurrezione, e l’evangelista annota come i capi dei sacerdoti avessero deciso di uccidere anche lui. Partecipe quindi, da buon amico, almeno in gran parte, del destino di Gesù. Anche nel subire una condanna a morte
Chi, infatti, agisce meditando, valutando, considerando le conseguenze dei fatti per una possibile ed attuabile decisione, avrà molti più motivi e probabilità di successo nello sfuggire agli errori o nel disporsi a meglio compiere la volontà di Dio nelle varie circostanze della vita. Lazzaro era malato e per questo sarebbe naturalmente morto e prima del previsto. Gesù interviene, lo guarisce e questi ritorna a vivere ma prima o poi sarebbe dovuto nuovamente morire. Perché, dunque, Gesù interviene e guarisce? Tanti, infatti, si ammalano e Gesù poi non interviene, li lascia morire, seppellire, marcire… Sì è vero, Lazzaro era davvero un carissimo amico del Cristo e lo amava moltissimo, avrà avuto una sorta di "raccomandazione divina" 😉 ma…non pare affatto oggi veicolo normale pure per quanti dimostrano avere autentica fede. Gesù sapeva allora quel che faceva e continua a saperlo anche adesso, in ciascuna realtà, storia, vita, anima…la Giustizia di Dio non è messa al bando, non fa preferenze di persone, piuttosto diventa espressione di rivelazione propria di quell'agire, di quel valutare, considerare, discernere le conseguenze dei fatti per una possibile ed attuabile decisione che è risposta (parola) al volere di Dio!
(By Forania:-)