l’ospitalità, non dare pubblicità al miracolo e potere interagire con loro su questioni personali necessarie. Vuole interpellarli sulla loro fede. Fa loro una domanda per la quale è meglio che non ci siano spettatori. La risposta deve essere autentica e sincera. Così mette in evidenza ai ciechi e ai suoi discepoli che la dimensione del credere è condizione necessaria al conseguimento della grazia. I due si fanno compagnia, si aiutano, si sostengono. Probabilmente si sono a vicenda incoraggiati a cercare Gesù di Nazareth e a chiedergli la loro guarigione. Si sono alimentati a vicenda nella fede in lui. Insieme si sono affacciati, insieme Gesù li fa entrare a casa sua, insieme li interroga. Credete che io possa fare questo? La fede deve essere esplicita in lui. Si, o Signore. La risposta è senza incertezze. Insieme li guarisce. Nelle parole che Gesù pronuncia fa capire che la loro fede è protagonista importante della loro stessa guarigione: avvenga per voi secondo la vostra fede. E’ importante per Gesù perché lo è per noi esplicitare la fede: credo, crediamo, Signore! Con la fede siamo protagonisti, collaboratori di ciò che desideriamo e chiediamo a Dio. Collaboratori di Dio. E tocca i loro occhi. Questo tocco significa che comunque, al di là della loro fede, è lui che opera. Non avrebbero potuto vedere, ad esempio, il gesto del guardare in alto del Signore, o un gesto di preghiera silenziosa, o un atto di benedizione da distante: hanno bisogno di sentire il tocco della sua mano sui loro occhi per ricordare per sempre che la guarigione di quegli occhi avvenne grazie alla loro fede, ma anche alle parole di Gesù e al suo tocco: è la sua umanità, la sua carne piena di Dio che è veicolo di salvezza. Poiché sono ciechi, Gesù parla e tocca. Così ricorderanno per sempre. E corsero a mostrare e a raccontare la loro guarigione, com’era avvenuta, in tutta la regione.
Aiuta ad agire con il cuore sicuro.
Si agire con il cuore sicuro soprattutto con Lui, chiedergli,seguirlo, gridargli, credergli, entrare nella sua casa, tornare a vedere e poi dirlo in giro.
"Signore! Con la fede siamo protagonisti, collaboratori di ciò che desideriamo e chiediamo a Dio. Collaboratori di Dio". Bello. Molte volte – senza saperlo – siamo collaboratori di Dio in ciò che desideriamo anche se non il bene di ciò che chiediamo sembra non arrivare. Come dilatare il nostro sguardo in queste circostanze?
Penso che occorra continuare a chiedere, anche gridando, come ci insegnano fare vari ciechi del Vangelo.Come loro non vediamo perché ancora non accade ciò che chiediamo, oppure non vediamo perché abbiamo bisogno di più fede.Fede per vedere e fede per chiedere: fede che Dio ci ascolta anche se tace.